Il Laboratorio di Dioniso torna a Tarquinia per il secondo meeting dell’Auloi/Tibiae Revival Project, un programma scientifico e artistico finalizzato alla ricostruzione, allo studio, alla rinnovata pratica di un aerofono che viene spesso definito “doppio flauto” – sebbene l’ancia ne faccia piuttosto un progenitore dell’oboe – estremamente diffuso, considerato, apprezzato nell’antichità sulle sponde del Mediterraneo e oltre.
In questo secondo appuntamento “dionisiaco” inserito nel “cartellone” dell’EMAP (European Music Archeology Project), il team di ricercatori scientifici, musicisti e artigiani che potendo contare su analisi e riproduzioni di alto livello sta portando avanti sulla materia le indagini più approfondite di sempre, proverà ad intrecciare le risultanze archeologiche con quel che ancora oggi, in diverse tradizioni musicali (è il caso ad esempio delle launeddassarde) rimanda direttamente allo strumento così come lo conoscevano i Greci (aulos) e i Romani (tibia). Del risultato “sonoro” si potrà godere in più occasioni: durante le prove aperte al pubblico nella sala consiliare del Comune di Tarquinia, il 12 ottobre, ore 18,30; nell’incontro con le scuole di Tarquinia cui daranno vita Roberto Stanco e Cristina Majnero dell’ensemble Ludi Scaenici il 15 ottobre, presso l’ex Sala Capitolare degli Agostiniani di San Marco, e soprattutto nel concerto finale che verrà ospitato dall’Università della Tuscia a Viterbo, alle 19 dello stesso giorno, presso l’Auditorium del complesso storico di S. Maria in Gradi.La performance inaugura idealmente il quinto General Meeting dell’EMAP, che riunirà proprio a Viterbo dal 15 al 17 ottobre i rappresentanti delle dieci istituzioni europee coinvolte nelle attività di ricerca e divulgazione – laboratori, pubblicazioni, concerti, programmi didattici, la mostra itinerante e interattiva Archaeomusica: Exploring the Sounds and Music of Ancient Europe – in cui si articola il progetto.
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