STORIA – Santuario del Monte Landro, ecco la mappa del sito

-da Marco Morucci-

Sperando di fare cosa gradita per chi non conosce il santuario del monte Landro, mi sono impegnato a creare la mappa del sito, si tratta per ora solo di un terzo dell’area completa, infatti i lavori hanno interessato un solo tempio, dell’ altro che si trova sul versante ovest e probabilmente appartiene alla dea Lusa, per ora non si sa quasi nulla e sono stati effettuati solo dei saggi di scavo.
Ho usato diversi colori che indicano le relative ricostruzioni dato che i templi sono sovrapposti, le misure poi sono state prese con metodi empirici, fettuccia e GPS, la causa è da imputare al sistema di scavo che ancora non ha scoperto l’intero manufatto.
Il primo in celeste, il più arcaico costruito in fase villanoviana è caratterizzato dalle mura di fondazione in conci di tufo di grande dimensione, misura circa 70 mt2.
Il secondo tempio, quello che si ipotizza appartenente al Fanum è del VI secolo a.C. secondo la leggenda, la sua dimensione e forma si identifica facilmente, il motivo sono i resti delle fondamenta del colonnato che doveva avere su tre lati nord sud e ovest, la parte anteriore di dove si accedeva all’interno, la sua area circa 575 mt2 è una delle più grandi tra i templi Etruschi e dato che si trova isolato in cima ad un monte, la sua costruzione è già una prova valida che quello è il luogo giusto per il tempio principale del santuario federale Etrusco.
Il terzo, eretto in fase ormai romana si nota subito per lo sfruttamento di parte delle fondamenta esistenti, le misure del frontale si deducono facilmente, dal rinforzo in pietra per il colonnato, la lunghezza invece è data da una canaletta in tegole sovrapposte che dall’angolo posteriore portavano l’acqua al pozzo scavato vicino l’entrata: l’area è di circa 176 mt2.
Nella mappa ho incluso anche la cosiddetta vasca, già a colpo d’occhio si nota che ha una struttura anormale, in parte scavata solo le pareti nord e sud sono rinforzate con dei conci di tufo, singolare è quello che viene considerato il foro di scolo delle acque, si tratta infatti di una fessura naturale formatasi nella pietra e dato che si trova al centro si intuisce che quello è stato il punto di partenza per lo scavo della vasca che copre un area di circa 8 mt2 per un altezza minima di 1,50 mt.
Nella parte nord, il perìbolos forma un curioso triangolo al suo interno dovrebbe trovarsi i resti dell’altare sacrificale dove era acceso il fuoco eterno, per raggiungerlo tra il tempio e il sacro podio doveva essere stata eretta una grande scalata, tre fondamenta di mura scoperti a breve distanza uno dall’altro, accanto alla parete del tempio sembrano avvalorare anche questa ipotesi.
Considerando che dal santuario furono depredate 2000 statue di bronzo si può immaginare che il Fanum doveva comprendere diverse decine di templi e basta solo prendere la cartografia medievale o leggere i toponimi della zona, per intuire che nella parte settentrionale del Lago di Bolsena si trovavano rudera di templi.
Fino ad ora non si è mai cercato di capire veramente chi sia il dio del Fanum, non si è nemmeno stimato quanta in realtà era la popolazione movimentata durante le sue festività, una multitudine di persone e animali che avevano bisogno di acqua viveri e un posto in cui alloggiare senza contare che la maggioranza era formata da aristocratici.
Calcolando un minimo della popolazione Etrusca, si può ipotizzare che alle celebrazioni della sacra Diade, dovevano partecipare dai 40.000 ai 60.000 pellegrini di vario rango, più gli atleti e i vari servitori, sacerdoti e sacerdotesse e principalmente i dodici Lucumoni, ho stimato che avessero bisogno di un territorio di circa 15 km2, che casualmente corrisponde alla zona cuscinetto che esisteva a nord, tra i confini di Tarquinia parte sud del lago, Vulci parte sud ovest e Velzna parte sud est, tutte queste informazioni fanno parte di uno studio che verrà presentato ad una delle prossime conferenze.

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