NEWS – Appalti truccati, lavori sospetti anche all’aeroclub di Viterbo

Otto milioni di danno erariale. Soldi pubblici finiti in tasche private. Grazie ad appalti pilotati nell’aeroporto di Ciampino e negli altri scali minori del Lazio. Un solo imprenditore avrebbe monopolizzato il settore tra il 2009 e il 2014. In cambio, avrebbe ristrutturato una villa con piscina, procurato posti di lavoro o pagato tangenti.
Parte di quei lavori non sarebbero mai stati eseguiti,parte sarebbero stati girati ad altre ditte e realizzati per poche migliaia di euro. Così la maggior parte del denaro sarebbe rimasto nelle tasche dei sei indagati arrestati lunedì mattina dalla Squadra mobile di Roma. Per ordine del gip Maurizio Caivano sono finiti in carcere Sergio Legnante, 52 anni, dirigente Enac (Ente nazionale aviazione civile), ex direttore di Ciampino competente anche per Roma Urbe, Aquino, Viterbo e Rieti; Massimo Mantovano, 46 anni, imprenditore, amministratore della Mgm spa e dominus di una rete di società (Mast srl, 2T Appalti, Fama srl, Global Project srl, Resine Industriali srl, Edil Moter slr); Alfonso Mele, 55 anni, ingegnere Enac. Ai domiciliari Luigi Guerrini, 72 anni, ex Enac, il geometra Adriano Revelant, 48 anni, collaboratore di Mantovano, e Renato Lolli, 53 anni, dipendente Enac. Tra gli indagati, il commercialista Massimiliano Masti e Miriam Brusca, altra collaboratrice dell’imprenditore. Associazione a delinquere finalizzata ai reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, falso e frode nelle pubbliche forniture le accuse mosse dalla procura della Capitale.

«Siamo la barzelletta dell’Urbe»
Legnante è considerato il capo dell’organizzazione. Ma in cambio degli appalti non chiede tangenti in denaro: Mantovano gli ristruttura una villa all’Axa e installa una piscina «accontentandosi» di 50mila euro «invece dei 120mila pattuiti». Ed è sempre l’ex direttore di Ciampino che, attraverso l’imprenditore, ottiene che il fratello Pino sia assunto dal commercialista Masti. Cose note nell’ambiente. Infatti in un’intercettazione una voce femminile dice a Brusca: «Ma lo sanno tutti, dai… siamo la barzelletta dell’Urbe». E la collaboratrice dell’imprenditore: «No, beh, più che essere noi, la barzelletta dell’Urbe so’ loro (in riferimento ai dipendenti Enac, ndr). Perché so’ loro che fanno le cose sporche, perché noi a un certo punto… uno può pure chiedere, però, se poi tu acconsenti…». In un’altra telefonata due uomini legati a Mantovano commentano la caduta di una grondaia dell’hangar dell’aeroclub di Viterbo: G: «Manco un anno sì… è stata fatta molto bene». A: «Con quel poco che je stato dato…». G: «È proporzionato».
Gli appalti truccati
L’inchiesta, condotta dal pm Mario Palazzi e coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, è iniziata grazie alla denuncia di un dipendente Enac. Come quella sull’Asi, l’Agenzia spaziale italiana. Lunghissimo l’elenco degli appalti truccati per un importo di centinaia di migliaia di euro. Nel 2011 c’è la ristrutturazione degli alloggi di servizio di via Salaria 875, all’interno dell’aeroporto dell’Urbe: i lavori, aggiudicati alla Fama srl per 66.082 euro, vengono realizzati dalla Studio Bc di Claudio Bernacchi per appena 4.500 euro. Nello stesso anno e nello stesso scalo la Mast srl e la 2T Appalti srl ottengono la costruzione della centrale idrica antincendi (322.367 euro) e il completamente dell’impianto antintrusione (140.987 euro). Ancora nel 2011, la Mgm spa si aggiudica la realizzazione della recinzione dell’aeroporto dell’Urbe per 891.158 euro: ma i lavori vengono eseguiti dalla Studio Bc per 71mila euro. Nel mirino della procura anche il nuovo cancello scorrevole dello scalo su via Salaria (2013), la recinzione di quello di Aquino (Frosinone) e la creazione di una viabilità interna a servizio dell’area distribuzione carburanti: quest’ultimo appalto viene aggiudicato alla Mgm per 886.420 euro e girato alla Edil Moter per circa 90.000 euro. E ancora nell’aeroporto dell’Urbe, La Resine Industriali ottiene 343.057 euro per la realizzazione di nuovi hangar e 361.584 euro per la creazione di un piazzale senza mai eseguire i lavori.
«Dispiaciuti, ma è la prima volta»
«Siamo dispiaciuti, ma certi che questo sia un episodio circoscritto»: così il presidente dell’Enac, Vito Riggio, commenta gli arresti sottolineando che all’Ente «è la prima volta». In una nota, l’Enac spiega di essere stato informato a gennaio dell’inchiesta, di «aver fornito immediatamente il supporto richiesto» e di aver «assegnato ad altri ruoli» i dipendenti coinvolti. Il 3 marzo, aggiunge l’Ente, è stato avviato a carico degli indagati il procedimento disciplinare, ma comunque i tre «verranno sospesi da ogni funzione a partire da oggi». Sull’indagine sugli arresti, infine, «verrà fornita un’informativa nell’ambito del consiglio di amministrazione che si svolgerà mercoledì».

FONTE: Corriere della Sera

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