–di Dott. Watson –
Il Giallo e l’Azzurro, storie di risvegli, politica e cultura.
Quella che vogliamo raccontare è una storia in parte dimenticata che si è svolta sotto gli occhi indifferenti e distratti di tanti di noi e della cosiddetta opinione pubblica.
Una storia tinta di vari colori tra cui, e non può essere un caso, il giallo e l’azzurro, ovvero i colori rappresentativi di Viterbo, dove è per gran parte ambientata.
IL GIALLO
Tutto nasce nel 1996, quando lo scultore viterbese Alessio Paternesi, su interessamento del presidente dell’ Associazione Amici dei Monumenti , l’indimenticabile Commendatore Alberto Ciorba, provvede, con il patrocinio del Comune, all’epoca guidato da Giuseppe Fioroni, a realizzare una nuova fusione di un’opera già esposta a Strasburgo ovvero “Il risveglio dell’Europa”.
Un procedimento costoso, che richiedette una lavorazione di nove mesi e che si concluse con la collocazione del Risveglio nello spazio verde all’inizio di Via Ascenzi.
Nelle intenzioni dell’autore, l’opera voleva essere un omaggio a tutte le vittime civili della seconda guerra mondiale e quindi anche alle centinaia di caduti sotto i bombardamenti che martoriarono Viterbo tra il ‘43 ed il ‘44, rappresentando il risveglio civile e culturale che caratterizzo il dopoguerra nel Vecchio Continente.
In verità, non fu mai vero amore tra i viterbesi e l’opera di Paternesi, forse troppo atipica rispetto al contesto architettonico ed urbano della città, ed infatti, nel corso degli anni si sono ripetuti nei suoi confronti gesti vandalici ed irrispettosi.
Dopo circa quindici anni, il Comune avviò un progetto di riqualificazione dell’area, in parte già effettuata da imprenditori che ristrutturano le vicine abitazioni, ed in questo contesto verranno demolite tettoie, rimosso un campo di bocce e riportati alla luce gli antichi bastioni, ripristinando inoltre il livello stradale alle quote originarie. Al termine dei lavori, previsti per il 2011, si sarebbe dovuta realizzare una nuova piazza, denominata dell’Unità d’Italia, in occasione del 150° anniversario.
Per fare ciò però si rese necessario, tra l’altro, rimuovere “Il Risveglio d’Europa”, anche se, come venne garantito a Paternesi, si sarebbe dovuto trattare di un provvedimento temporaneo.
A questo punto il giallo assume tinte più fosche, vicine all’ocra: la statua, infatti, non viene collocata in uno spazio pubblico dove avrebbe comunque potuto essere ammirata, ma in un anonimo capannone industriale del Poggino, utilizzato dal Comune come deposito.
Qui trascorre gli ultimi mesi della sua vita pubblica in mezzo a sacchetti di bitume e segnali stradali.
Ad aprile 2011, con il termine dei lavori e l’avvicinarsi della cerimonia di inaugurazione, a Paternesi cominciano ad arrivare strane telefonate da parte di giornalisti che gli chiedono, con insistenza, che fine abbia fatto la sua opera.
Lo scultore comincia ad insospettirsi e, dopo innumerevoli richieste, alla fine apprende che “Il risveglio d’europa”, quotato intorno ai 200.000 euro, non si trova più, sparito chissà dove, volatilizzato nel nulla senza alcuna comunicazione ufficiale da parte del Comune che non si preoccupa nemmeno di scusarsi per il gravissimo episodio.
Fin qui il ” Giallo ” , tuttora irrisolto, che, dopo qualche tempo, si tinge di un’altro colore, l’Azzurro.
Ma questa è un’altra storia….
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