“La cultura si fa impresa”.
E’ con lo slogan preso in prestito dall’Incubatore ICult che Mattia Marcucci ed Andrea Chiovelli hanno sintetizzato, stamane in conferenza stampa, l’essenza stessa della loro creatura, il Subway.
“Una discoteca certo, ma non solo – tengono a precisare.
Il nuovo locale, che sarà inaugurato sabato 14 febbraio in via Rossi Danielli, punta ad affermarsi come una realtà versatile ed adeguata a diversi tipi di contesto. Mentre il venerdì e sabato sarà infatti la classica disco, nei rimanenti giorni della settimana l’ampio spazio a disposizione (ben 2000 metri quadri) potrà ospitare mostre d’arte, concerti, esibizioni live e chi più ne ha più ne metta.”
Oltre alle piste ci sono infatti quattro bar, pareti modulabili a seconda delle esigenze e, ciliegina sulla torta, anche una web radio. Una combinazione di elementi di notevole interesse, che, uniti ad una massiccia campagna promozionale condotta attraverso social media e video virali, punta ad affermarsi come una realtà importante non solo nel territorio viterbese. Il gruppo di ragazzi che hanno deciso di intraprendere questa coraggiosa avventura è motivato e competente ma, soprattutto, determinato ad avere successo e ad imporre un nuovo schema nella dimensione “culturale” della città: non più relegato ai rigidi clichè dei contributi, dei moduli, delle domande farraginose, ma basato esclusivamente sul talento individuale.
“Chi è capace e si ritiene in grado di poter esprimere qualcosa in più nelle molteplici forme d’arte che vanno dalla musica, alla fotografia, ai quadri e via discorrendo, d’ora in poi potrà, finalmente, avere un canale attraverso il quale esprimersi e farsi conoscere. Noi mettiamo a disposizione i nostri spazi gratuitamente, con la finalità di far diventare il Subway un polo culturale a 360°.”
Un progetto di ampio respiro insomma, condotto con passione ed entusiasmo esclusivamente attraverso capitali privati. Un modello dunque che forse potrebbe servire d’esempio a chi va mendicando a destra e manca per ottenere finanziamenti pubblici, con la litania stancante e ripetitiva di chiudere bottega o trasferirsi altrove.
Il Subway in definitiva, nasce già con altre prospettive, forse perché, come ha affermato l’assessore Barelli in un’inattesa ma freudiana gaffe: “E’ stato l’unico soggetto che è venuto in Comune per offrire e non per chiedere”.
Simona Tenentini
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