E’ amareggiato ma nello stesso tempo consapevole il lucido sfogo di Pasquale Bottone che, un giorno dopo l’altro, vede lentamente sfumare la “sua creatura”, il
Salotto delle Sei.
La rassegna letteraria di elevato spessore, che ha portato in città alcuni tra i più grandi nomi del panorama nazionale, sta per essere affossata dal “dopolavorismo improvvisato”, come lo definisce lo stesso Bottone, che in un
post su fb fa un’analisi razionale dell’attuale situazione culturale di Viterbo.
“Siamo alle solite. Impossibile programmare in tempo una rassegna letteraria a Viterbo: anche se è la prima rassegna di sempre, è chiaramente di carattere nazionale e magari ha un suo affezionato pubblico. Cari amici de Il Salotto delle 6, la situazione nel nostro Paese diventa sempre più pesante per operatori culturali, event maker che abbiano a cuore criteri di qualità e di serietà nel proprio lavoro: sembra saltata la vecchia buona abitudine di scegliere per curriculum, esperienza ed originalità i progetti da sostenere: l’impressione è che alla fine tutto si stia risolvendo in un bailamme infruttuoso e avvilente per tutti. Stiamo lavorando alla edizione primaverile de Il Salotto delle 6 che prevederebbe la partecipazione di personaggi di assoluta eccellenza pronti ad essere qui accanto a noi, alla tanta gente che ci segue da anni, pronti a regalare pomeriggi pieni di libri e di dibattiti, di confronti anche accesi e di sorrisi divertiti. Eppure ad oggi 28 gennaio non ci è dato sapere se i nostri partner sono in grado di garantirci i mezzi necessari a proseguire il nostro cammino, qui a Viterbo. Il che rende tutto terribilmente più complicato per l’organizzazione degli eventi, per la conferma delle date, per la prenotazione di spostamenti, alberghi, per lo stesso lavoro redazionale. La domanda che sorge spontanea è questa: il sistema Viterbo si è reso conto a tutt’oggi che suddette rassegne non sono affidate allo spontaneismo dilettantistico di qualcuno, ma sono gestite da realtà professionali che hanno scelto di farne il loro principale lavoro?? E che hanno quindi bisogno di essere affiancati nella ricerca di risorse finanziarie e di facilitazioni logistiche mentre svolgono il proprio lavoro. Se il sistema Viterbo preferisce invece il dopolavorismo improvvisato, cui affidare l’organizzazione di eventi di intrattenimento culturale, musicale o altro, almeno lo dicesse chiaramente. Eviteremmo perdite di tempo tutti.”
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